Pagine

mercoledì 5 settembre 2012

DECRETO SALVA ITALIA: QUALI NOVITA’ SU FISCO E ASSISTENZA?


Ancora da capire in che modo la manovra potrà colpire le politiche sociali

Il nuovo Governo Monti ha presentato le manovre del decreto salva Italia, che dovrebbero aiutare il paese a evitare quella che Giorgio Napolitano ha definito una catastrofe. Come si sa, gli interventi “lacrime e sangue”, a partire dalla riforma delle pensioni, alla reintroduzione dell’Ici e all’aumento della benzina – per dirne alcuni – colpiranno tutta la popolazione.

Col fiato sospeso rimane anche l’universo disabilità, che attende di conoscere come si muoverà il Governo sul fronte dei provvedimenti di natura fiscale e assistenziale.  In particolare, un grosso punto di domanda rimane sulla cosiddetta Delega al governo per la riforma  fiscale e assistenziale.
A ricorrere alla Delega era stato il precedente Governo Berlusconi per riuscire a mettere in atto la Clausola di salvaguardia, la quale prevedeva la possibilità di evitare tagli lineari a molte agevolazioni (tra cui detrazioni per spese sanitarie, deduzioni per spese di ausili, protesi, spese di assistenza per non autosufficienti) previsti per far cassa e recuperare 40 miliardi di euro in 3 anni,
qualora entro il 30 settembre 2013 si fossero riusciti ad adottare provvedimenti legislativi in materia fiscale e assistenziale.
La novità introdotta da Monti è dunque questa: l’alternativa al taglio lineare su assistenza e previdenza è quella di un innalzamento dell’IVA. Aumento dell’IVA che sarebbe così distribuito: passaggio dal 21 al 23%  e dal 10 al 12% a partire dal 1 ottobre 2012, e di un altro 0,5% dal 1 gennaio 2014.

Il meccanismo, poi, non cambia: se entro il 2014 non si prevede di rientrare con 40 miliardi di euro, l’alternativa sarà tra l’applicare l’innalzamento dell’IVA (che così diventerebbe tra le più alte d’Europa, con una conseguente restrizione dei consumi e aumento dell’inflazione), o mettere mano a fisco e assistenza.

Il secondo punto di interesse riguarda le novità sull’ISEE, l’indicatore della situazione economica, che cambia sia nel calcolo che nell’applicazione, per la quale è prevista la sua introduzione quale parametro anche per la concessione di agevolazioni fiscali e benefici assistenziali.

Per quanto riguarda il primo aspetto, la novità è che nel calcolo potranno pesare di più, oltre al valore dell’abitazione e ai depositi di rendite finanziarie, anche altri introiti esenti da irpef, prima non conteggiati, come: pensioni, assegni e indennità agli invalidi civili, ciechi e sordi; assegni, pensioni sociali e relative maggiorazioni e rendite INAIL (invalidità sul lavoro).
Con l’introduzione, quindi, di questi nuovi parametri, si andrà a restringere il numero di famiglie che potranno avere accesso a prestazioni, servizi o benefici agevolati previsti dall’ISEE.

Ancora poco chiare, poi, le novità sui campi di applicazione dell’ISEE, per cui si sa solo che, secondo l’articolo 5 del nuovo Decreto, con un successivo decreto saranno “individuate le agevolazioni fiscali e tariffarie, nonché le provvidenze di natura assistenziale che, a decorrere dal 1° gennaio 2013, non possono essere più riconosciute ai soggetti in possesso di un ISEE superiore alla soglia individuata con il decreto stesso”. Sembra quindi che l’ISEE potrebbe diventare il riferimento per l’erogazione delle provvidenze economiche agli invalidi civili, come pure che  l’indennità di accompagnamento possa rientrare fra le prestazioni elencante dal nuovo decreto e, quindi, venire erogata solo se non si supera un determinato ISEE.
Se così fosse, si tratterebbe di una novità di un notevole impatto per molte famiglie italiane.

Nessun commento:

Posta un commento